LA CACCIA DOPO LA 157/92

Aperto da Vasco Feligetti, Mag 07, 2025, 22:43

Denis Bianchi

#4
E magari l'abolizione del famoso Art. 842: via le Associazioni venatorie via gli ATC istituzioni non più necessarie. Un migratorista che vuole cacciare la preda svernante deve seguirla perché ha le ali  e si sposta da un ATC a l'altro alla ricerca del cibo. Avere 4/5 ATC non bastano 7/8 9 possono forse bastare e costano un botto l'equivalente di due quote in AFV. E si perché un ATC costa finanché 240 euro in prov. di Ferrara che ne ha ben 9 di ATC. Certo per fare cassa e se non per cosa ?...  ah si un'altra cosa c'è da dire in quegli ATC dove c'è la migratoria svernante con la scusa del parametro ettari/cacciatore non ci entri nemmeno perché quegli ATC sono di fatto delle AFV private per soli residenti. QUESTA È LA REALTÀ ! Senza l'Art.842 rimaranno insieme alle società agricole le già esistenti AFV e poi i più piccoli proprietari di boschi e terreni vari agricoli e non agricoli ed i cacciatori . Quindi avremo AFV,  Agricoltori, Proprietari terreni vari, Cacciatori, Legge protezione animali dove è contemplata legale l'attività venatoria ed in quella legge non lo tocchi il selvatico in riproduzione garantito che non lo tocchi più. La 157 a che servirebbe più ? A nulla l'abroghiamo insieme al mondo ambientalista che comunque quello ci sarà sempre e sa bene che la fauna selvatica fa danni e va gestita. A questo ci pensano i cacciatori e la concorrenza penserà ad abbassare i costi della futura attività venatoria in tutti i luoghi. Sarà l'Agricoltore che cercherà il Cacciatore per gestirgli la lepre la minilepre la starna il fagiano la pernice il capriolo il cinghiale e altri cervidi lupi orsi corvidi i columbidi merli nutrie cormorani oche ibis sacri storni e chi più ne ha più ne metta. Ovvio che l'agricoltore non potrà più pretendere la distruzione di selvatici sul nido perché ben vigile è la sufficiente legge protezione animali domestici e selvatici da pochi giorni rimessa a nuovo come ovvio che qualsiasi detentore di arma uso caccia non si permetterà di accettare di sparare a selvatici suscettibili di causare danni agricoli con una tale legge in vigore. Non serve più nemmeno ISPRA alquale si potrà eliminare il fardello di gestire il settore caccia e di approvare piani di controllo assurdi..... ne ha tanti di effettivamente di settori da gestire. Per tutto l'indotto dell'attività venatoria non cambia niente non serve nemmeno più il calendario venatorio ed ancor meno le 900 e più pagine del piano faunistico venatorio che devono redare ogni 5 anni le regioni. Ma poi quanto lavoro in meno per i TAR senza tutti quei ricorsi richiesti dagli ambientalisti che molto ma molto meno potere avrebbero e chi li ascolterebbe più quando tutto fila liscio. I Cacciatori cacciano e la legge protezione animali domestici e selvatici c'è, gli agricoltori gesticono tramite i cacciatori i danni che la Regione non deve più pagare, gli ATC non esistono più ma il territorio tanto è già tabellato( diversamente che fanno gli ATC se non lanciare fagiani pronta caccia per volpi e cani randagi. Meglio di così non si può. Come fanno gli altri paesi che non hanno ne ATC ne Art.842 ne tutta quella miriade di Associazioni venatorie ne i ricorsi al Tar. Hanno più specie da cacciare e periodi di caccia più lunghi durante l'anno e senza giorni di silenzio venatorio ed hanno i cacciatori in continuo aumento ed anche rispettati. Dio mio fa in modo veramente che spariscano Art.842 e di conseguenza AAVV ATC e tutto l'indotto che hanno creato che non ci fa più cacciare e non mi venite a dire che gli altri paesi sono al Medio Evo perché non hanno l'Art.842 e tutta una miriade di ATC e di AAVV perché non mi sembra proprio. Al Medio Evo siamo noi e lo siamo ora. E che cavolo !
Un saluto a tutti....alla prossima, Denis

Alex

Sono in attesa di conoscere la modifica della legge, poi pago le tasse

Vito

Avevo deciso di smettere ma non è stato facile con un cane come il mio, ho continuato ma ora che il cane me morto forse non rinnovo, sono stufo di andare a caccia così, ci hanno gettato sul secchio come rifiuti. i soldi miei non li contano più, siamo una massa di pecore allo sbando e nessuno ci difende.

Vasco Feligetti

La caccia in Italia si trova a un bivio, o rinasce con una riforma seria, fondata sulla scienza e sulla gestione condivisa del territorio, oppure sarà progressivamente marginalizzata e resa inaccessibile al cittadino comune. Le leggi attuali, in particolare la 157/92, hanno generato un sistema clientelare, inefficace, e spesso dannoso per l'equilibrio faunistico e agricolo del Paese.

La convergenza di segnali – FIDC che spinge per una riforma della 157/92, Coldiretti che si muove come un attore sempre più centrale, ISPRA che pubblica dati in un'ottica più gestionale che conservazionista, e le associazioni anticaccia che avanzano richieste radicali come l'abrogazione dell'art. 842 — ecco che tutto ciò fa pensare a una strategia coordinata per ridisegnare completamente il sistema venatorio italiano.

 La 157/92, per quanto ormai superata in tanti aspetti, prevedeva un modello cooperativo, in cui il cacciatore era parte attiva nella gestione della fauna. Quel modello oggi viene contestato proprio perché ha mostrato falle — in parte per responsabilità delle stesse associazioni venatorie, che non hanno saputo rinnovarsi e rappresentare in modo efficace gli interessi dei propri iscritti.

La Legge 157/92 non nasce per tutelare il cacciatore come parte integrante della gestione faunistica, ma per ristrutturare il potere sul territorio, spostandolo in parte dallo Stato alle Regioni, e in gran parte alle associazioni venatorie. Di fatto, ha lottizzato la caccia, distribuendo il potere tra soggetti organizzati e riconosciuti dallo Stato, in modo funzionale a un controllo politico e burocratico dell'attività venatoria.

Il privilegio gestionale concesso ai cacciatori tramite ATC e CA (ambiti territoriali e comprensori alpini), si è poi rivelato incompatibile con un vero modello di gestione faunistica sostenibile, se l'obiettivo è il controllo faunistico efficace, la prevenzione dei danni e il contenimento della fauna problematica, allora l'attuale struttura basata su concessioni di fatto blindate e potere associativo deve essere superata, gli ATC sono  enti che drenano risorse pubbliche senza risultati concreti. I 200 milioni di euro di danni risarciti nel 2024 parlano da soli, nessuna vera prevenzione, solo rincorsa al disastro, e tutto questo in nome di una gestione che esclude i veri protagonisti del territorio, agricoltori e cacciatori locali.

Se l'art. 842 del Codice Civile dovesse essere davvero abrogato, la caccia cambierebbe pelle, da diritto collettivo legato alla funzione sociale della proprietà privata e al pubblico interesse, diventerebbe un'attività legata esclusivamente al pagamento e alla proprietà, si torna al "Medio Evo" quando solo il padrone si beneficiava della caccia. In uno scenario del genere il cacciatore medio o meno abbiente verrebbe tagliato fuori, a meno di poter accedere a proprietà private o affittare terreni, con costi potenzialmente insostenibili. Si aprirebbe così la strada a una caccia "a pagamento" sul modello privatistico, dove solo chi può permetterselo caccia, magari in aziende faunistico-venatorie o in territori gestiti da agricoltori/associazioni con logiche di mercato. I cacciatori locali, che fino ad oggi hanno contribuito gratuitamente o quasi alla gestione faunistico-ambientale, verrebbero estromessi o messi in posizione subordinata.

 la vera gestione faunistica e territoriale non può essere centralizzata né omologata, perché ogni territorio ha storia, tradizione, cultura venatoria e agricola propria. La caccia, quella vera, radicata, sostenibile, nasce dal legame con il luogo e si regge su equilibri locali.  Ogni pratica, dalla caccia al "Capanno delle Palombe" a me tanto caro, alla braccata, dalla migratoria alla selezione, ha una sua logica che non può essere compresa né regolata da chi quel territorio non lo vive.

Bisogna fare un passo indietro, siamo forse ancora in tempo a restituire dignità alla figura del cacciatore come custode del territorio, rendere la caccia accessibile anche ai cittadini meno abbienti e garantire una gestione faunistica fondata su scienza, collaborazione e buon senso e nell'etica, ormai quasi erba selvatica, se la caccia diventerà solo un esercizio di controllo, la figura del cacciatore sarà un braccio operativo privo di dignità.

Solo così la caccia può avere un futuro nel nostro Paese.

palombe.it – Vasco Feligetti