L'unione europea si fonda sui seguenti valori: Democrazia - Uguaglianza - Libertà di movimento?

Categorie: News

Di Vasco Feligetti – Le associazioni anticaccia non perdono occasione per ostacolare l’attività venatoria. L’ennesima battaglia l’hanno vinta con il ricorso al TAR Marche, che ha portato alla riduzione del periodo di caccia al tordo e alla beccaccia al 10 gennaio, motivando la decisione con la presunta mancanza di dati scientifici sulla data di inizio del ritorno agli areali di nidificazione, cioè il viaggio prenuziale o “ripasso”.

Eppure esiste un’enorme quantità di studi ornitologici sulle migrazioni, condotti con metodologie moderne e consolidate: campionamenti lungo i punti di confluenza delle rotte migratorie, inanellamento, radiotrasmittenti, microchip, osservazioni telescopiche e perfino radar. Grazie a questi strumenti sono state raccolte informazioni precise sui percorsi, sugli spostamenti e sulle date della migrazione prenuziale.

Per quanto riguarda i tordi, la letteratura scientifica è chiara: in un determinato areale  la migrazione pre-primaverile avviene tra metà febbraio e la prima decade di marzo. È scientificamente provato che la migrazione massiva del Tordo bottaccio inizia dalla seconda decade di febbraio.

In Francia, compresa la Corsica, isola adiacente alla Sardegna, sullo stesso parallelo e investita dallo stesso flusso migratorio,  si caccia il tordo fino al 20 febbraio. In Italia invece no. Nel mese di gennaio è normale osservare piccoli spostamenti locali dei tordi in cerca di pastura, ma questi movimenti non possono essere confusi con l’inizio della migrazione prenuziale, che da sempre prende avvio nella seconda metà di febbraio, quando i grandi contingenti risalgono dal Nord Africa e  la migrazione continua fino la fine di marzo.

Da qui sorgono alcune domande inevitabili:

  • Per quale motivo tordo e beccaccia si cacciano regolarmente in Francia fino a fine febbraio, mentre in Italia il prelievo viene chiuso anticipatamente, nonostante il periodo migratorio sia lo stesso?

  • Per quale motivo a Bruxelles non si tiene conto in modo uniforme delle pubblicazioni scientifiche sulle migrazioni per specie che seguono rotte identiche, spostandosi dal Paleartico per svernare e poi tornando a nidificare attraversando Francia e Italia nello stesso periodo?

  • Su quali dati scientifici si basa l’idea che i tordi e le beccacce partano dalla Sardegna per la migrazione prenuziale addirittura un mese e mezzo prima rispetto ai tordi che lasciano la vicina Corsica?

Sono domande che attendono ancora una risposta logica e fondata, soprattutto da parte di chi continua a invocare “evidenze scientifiche” per giustificare decisioni che sembrano invece dettate più dall’ideologia che dalla biologia delle specie.