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COMUNICATO ENALCACCIA
L’AUDIZIONE AL SENATO DEL PRESIDENTE DELL’ENALCACCIA CARDIA:
BENE LA RIFORMA DELLA 157, MA SENZA STRAVOLGIMENTI
NO ALLA CACCIA A PAGAMENTO, SI ALLA CACCIA LIBERA

24 LUGLIO 2025 – Il disegno di legge di riforma della 157 è un’occasione da non lasciarsi sfuggire per aggiornare, dopo oltre trent’anni, alla realtà attuale la normativa sull’attività venatoria in Italia. Ma senza stravolgerne principi e finalità. E tenendo ben fermi alcuni punti imprescindibili, a cominciare dal mantenimento delle disposizioni contenute nell’art. 842 del Codice Civile che garantiscono la valenza sociale della caccia.
È questa la posizione dell’Enalcaccia espressa dal Presidente Nazionale Lamberto Cardia nel corso delle audizioni dei presidenti delle Associazioni Venatorie davanti alle Commissioni riunite Agricoltura e Ambiente del Senato che stanno esaminando il disegno di legge n.1552 che contiene le modifiche alla legge 157/92.
Per l’Enalcaccia – ha detto il Presidente Cardia – la 157 e l’articolo 842 del Codice Civile costituiscono l’ossatura essenziale che garantisce la fruibilità dell’attività venatoria al più vasto numero di cacciatori, indipendentemente dalle loro condizioni sociali ed economiche. Cardia ha richiamato i contenuti dell’art. 842 che stabilisce come il proprietario di un fondo non possa impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo non sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge o vi siano colture in atto che possano essere danneggiate e che il cacciatore non sia munito di licenza.
L’Enalcaccia non è favorevole alla creazione indiscriminata sul territorio di Aziende faunistico venatorie o agrituristico-venatorie in forma di impresa che sottrarrebbero gran parte dei territori alla caccia libera a favore invece di una caccia a pagamento, con il rischio che la caccia diventi appannaggio solo di una ristretta cerchia di appassionati. La valenza sociale dell’attività venatoria deve essere confermata e consolidata. Altro punto essenziale per Cardia è il futuro degli ATC. L’Enalcaccia apprezza la nuova estensione provinciale degli Ambiti Territoriali di Caccia che consentirà una loro migliore e più economica gestione. Lascia invece perplessi l’introduzione del delegato ENCI che appare priva di motivazione logica. L’Enalcaccia ribadisce poi l’esigenza, al fine di garantire il principio di democraticità, che nell’Organo di gestione di ogni ATC sia previsto un rappresentante per ogni Associazione Venatoria Nazionale Riconosciuta che abbia iscritti nella Provincia di riferimento, presenza che garantirebbe un ulteriore apporto di competenze ed esperienza.
Esigenza analoga, secondo il Presidente dell’Enalcaccia, emerge anche per quanto riguarda la composizione del CTFVN: attualmente vi partecipano solo tre rappresentanti delle Associazioni venatorie nazionali riconosciute. Una composizione lesiva del principio di democraticità che sempre deve esistere all’interno di un Organismo pubblico – ha sottolineato Cardia – e che produce malumori per la evidente disparità di trattamento. Pertanto, il Presidente
dell’Enalcaccia, ha chiesto di prevedere quantomeno un rappresentante per ogni Associazione Venatoria Nazionale Riconosciuta.