Quando l’ideologia uccide la scienza. E l’agricoltura. E la caccia.

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Viviamo un tempo paradossale, mai come oggi si parla di scienza, dati, esperti e istituzioni tecniche. Ma mai come oggi le decisioni che contano,  specialmente in materia di gestione della fauna selvatica,  nulla hanno a che fare con il rigore scientifico.
L’ultimo esempio? Il piano di controllo del colombaccio approvato dalla Regione Emilia-Romagna con parere favorevole di ISPRA, nonostante sia completamente privo di un serio monitoraggio della specie.

Chi ha letto le dichiarazioni dell’assessore Mammi secondo cui ISPRA non avrebbe rilevato alcuna criticità si sarà chiesto: ma dov’è lo studio? Dove sono i dati? Dove sono le stime numeriche?  Non ci sono e questo è inaccettabile.

ISPRA dovrebbe essere un ente terzo, autorevole, indipendente. Ma quando un istituto tecnico accetta di avallare piani senza basi solide, senza censimenti aggiornati e senza un’analisi dell’impatto, allora il sospetto è lecito: la scienza è stata sostituita dalla politica, o peggio, dall’ideologia.

Quella stessa ideologia che divide artificialmente agricoltori e cacciatori, dipingendoli come avversari, quando invece dovrebbero essere alleati nella gestione del territorio. Quella stessa ideologia che grida alla “tutela della biodiversità” ma poi impedisce ogni intervento umano, anche dove sarebbe utile o necessario.

Il colombaccio, “LE PALOMBE”, come tante altre specie, non è più un animale in difficoltà, ma in espansione in molte aree del Paese. Chi vive nei campi lo sa, chi semina lo sperimenta, chi caccia lo osserva. Ma se questi saperi vengono ignorati, ridicolizzati o esclusi dal dibattito, si rompe il legame tra territorio e istituzioni. E non si può più parlare di buona gestione.

Quello che chiediamo non è un trattamento di favore, ma una sola, semplice cosa: la verità. Vogliamo che i piani di gestione siano basati su dati oggettivi, accessibili, verificabili. Vogliamo che ISPRA pubblichi le proprie valutazioni in modo trasparente. Vogliamo che le istituzioni tornino a fare scelte tecniche, non politiche.

Se l’ideologia continuerà a prevalere, non sarà solo la caccia a essere cancellata. Verrà meno la possibilità stessa di amministrare correttamente l’ambiente. E pagheremo tutti il prezzo, agricoltori in testa.

Vasco Feligetti