Piano di controllo del Colombaccio in Emilia-Romagna – Grave precedente amministrativo convalidato dal TAR, ma privo di fondamento scientifico. Si chiede l'intervento del Ministro Lollobrigida

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Egregio Ministro,

con profondo sconcerto il mondo venatorio e scientifico assiste alla legittimazione, da parte del TAR dell’Emilia-Romagna, del Piano di controllo del Colombaccio approvato con delibera n. 2154 dell’11 novembre 2024, nonostante l’assenza documentata di un monitoraggio preventivo della specie, condizione ritenuta essenziale dalla Direttiva 2009/147/CE (Direttiva Uccelli) e ribadita più volte dalla Corte di Giustizia dell’UE.

Il rigetto della sospensiva cautelare, richiesto da ANLC, ITALCACCIA, CLUB ITALIANO DEL COLOMBACCIO, CLUB VENETO CACCIATORI DI COLOMBACCIO, di fatto mano libera a un intervento privo di supporto tecnico-scientifico, basato su un parere ISPRA che non cita alcun censimento recente né alcun dato oggettivo a giustificazione della necessità e proporzionalità del controllo.

Tale scelta rappresenta un grave precedente giuridico e amministrativo:

  • Consente l’abbattimento di una specie non dannosa e protetta, senza alcuna prova scientifica del danno arrecato;

  • Sancisce che ISPRA può esprimere pareri “autorizzativi” anche in assenza di monitoraggi o indagini sul campo, svuotando di senso la funzione tecnico-scientifica attribuitale dalla legge;

  • Rende l’azione giudiziaria di tutela venatoria inefficace sul piano cautelare, pur in presenza di dubbi legittimi e fondati.

Chiediamo pertanto un intervento urgente del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, affinché venga:

  1. Aperta un’indagine ispettiva sull’iter con cui la Regione Emilia-Romagna ha approvato il piano di controllo del colombaccio;

  2. Verificata la coerenza del parere ISPRA con i principi normativi europei e nazionali in materia di fauna selvatica;

  3. Bloccata l’attuazione del piano fino a quando non venga effettuato un monitoraggio scientificamente valido della specie sul territorio regionale;

  4. Avviato un tavolo tecnico nazionale permanente, con rappresentanti delle Regioni, delle associazioni venatorie, degli agricoltori e del mondo scientifico, per definire criteri comuni e trasparenti per i piani di controllo faunistico.

La gestione faunistica non può prescindere dal rigore tecnico e dalla trasparenza amministrativa. Diversamente, si scivola verso forme di “controllo arbitrario” che nulla hanno a che fare con la conservazione della biodiversità, la tutela dell’agricoltura o l’interesse pubblico.

Confidiamo in una Sua immediata attenzione, affinché venga ristabilito un principio basilare dello Stato di diritto: nessun abbattimento faunistico senza dati, e nessun piano senza scienza. 

Distinti saluti,

www.palombe.it – Vasco Feligetti