L’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) ha denunciato la Regione Emilia-Romagna per presunta violazione dell’art. 7 della Direttiva 2009/147/CE, a causa del Piano quinquennale di controllo del Colombaccio (Columba palumbus). Secondo l’associazione, questi piani autorizzano abbattimenti fuori calendario venatorio privi di fondamento scientifico, mascherati da “interventi selettivi”, ma in realtà motivati da convenienze politiche e associative.
Il caso ha generato un paradosso curioso: mentre le associazioni venatorie, ANLC – ITALCACCIA – CLUB ITALIANO DEL COLOMBACCIO – CLUB DEL COLOMBACCIO VENETO, contestano il piano di controllo per manganza di dati scientifici e, per sottrarre spazio alla caccia vera e propria, le associazioni animaliste criticano il piano di controllo come una forma occulta di caccia stessa. Due fronti ideologici opposti si trovano dunque a denunciare lo stesso strumento, per motivi diametralmente opposti ma che mettono entrambi in discussione la credibilità tecnica e morale dell’azione amministrativa.
Al di là delle posizioni ideologiche, questa vicenda evidenzia la necessità di un ripensamento della gestione faunistica in Italia, occorrono strumenti trasparenti, basati su dati aggiornati, accessibili al pubblico e costruiti con il coinvolgimento reale di tutte le parti interessate, dagli agricoltori ai cacciatori, dagli ambientalisti agli scienziati.
La fauna selvatica non può continuare a essere oggetto di scontro politico o riserva di consenso, ma deve tornare al centro di una politica di equilibrio, responsabilità e verità scientifica.
In gioco non c’è solo la legittimità di un piano regionale, ma la credibilità delle politiche pubbliche sulla fauna selvatica sempre più ostaggio di interessi politici, e sempre meno gestita con serietà e trasparenza.
È tempo di pretendere strumenti chiari, trasparenti e costruiti con dati reali, lontani da logiche clientelari.
palombe.it -Vasco Feligetti