Emilia-Romagna, Bruzzone (Lega): interrogazione parlamentare per lo stop all’abbattimento di 55mila colombacci durante la nidificazione

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Roma, 12 febbraio – “Ho presentato in Parlamento un’interrogazione con l’obiettivo di sottoporre all’attenzione del Ministro dell’Ambiente e del Ministro dell’Agricoltura quanto recentemente approvato dalla Regione Emilia-Romagna il cui obiettivo è abbattere 55mila colombacci durante il periodo della nidificazione. Ritengo che la Regione Emilia-Romagna erroneamente sostenga danni all’agricoltura a causa dei colombacci confondendo la stessa specie con il piccione domestico. Infatti, i danni da colombaccio non sono così rilevanti come da loro asserito. Inoltre, tutti dovrebbero sapere che il colombaccio è un uccello migratore e che quindi i soggetti sedentari in quella regione, come in altre parti del nostro Paese, vengono fortemente incrementati durante il mese di marzo e aprile quando arriva la migrazione primaverile per poi passare alla fase riproduttiva. Tale indiscriminato abbattimento, che non è caccia, andrebbe a influire sulla popolazione del colombaccio anche in altri aerali italiani e non solo. Ho quindi chiesto che la Regione Emilia-Romagna ritiri quella parte del provvedimento inerente al controllo faunistico del colombaccio e, con questa interrogazione parlamentare, ho voluto coinvolgere direttamente i Ministeri competenti. Com’é noto, i cacciatori hanno sempre a cuore la corretta gestione delle specie cacciabili. Il colombaccio è una di queste, ma va gestita correttamente perché è un’importante risorsa faunistica che non merita di essere calpestata da strampalate iniziative regionali come quella attivata dall’Emilia-Romagna”.

Lo ha dichiarato il deputato della Lega e responsabile nazionale del Dipartimento Gestione faunistica e Attività venatoria on. Francesco Bruzzone.

 

Interrogazione a risposta scritta
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole,
alimentari e forestali – Per sapere – premesso che:
la Regione Emilia-Romagna con la deliberazione di Giunta regionale n° 2154 dell’11 novembre 2024 ha
approvato il “Piano di controllo quinquennale del colombaccio (Columba palumbus)” – valido dalla data di
approvazione al 31 dicembre 2029 – è applicabile sull’intero territorio regionale, comprese zone urbanizzate
escluse le Aree Protette Nazionali e Regionali;
il colombaccio è in una fase di significativa espansione distributiva e quantitativa ed è diventato
un’importante risorsa faunistica, evidenziando anche localmente uno stato di conservazione favorevole, ma
secondo la Regione, questa specie condiziona diversi aspetti concernenti le attività antropiche agro-forestali
attribuendo al colombaccio rischi sanitari che invece sono propri del piccione di città;
la Regione ha inserito il colombaccio tra le specie per cui è prevista la frequenza ad un percorso formativo da
parte di proprietari o conduttori di fondi che intendono attuare, sui propri terreni, i piani di controllo previsti
all’art. 19 della legge n. 157/1992.
il Piano di controllo prevede il numero di 11.000 individui, circa il 15% della media dei prelievi venatori
stagionali, da prelevare annualmente su tutto il territorio regionale per un totale di 55.000 nell’arco
temporale di vigenza del piano. Questi potranno essere prelevati dagli operatori selezionati dalla Regione
attraverso appositi corsi di preparazione alla gestione faunistica, il personale d’Istituto, gli operatori afferenti
a società private, ditte specializzate o operatori professionali e i proprietari e conduttori dei fondi;
la Regione Emilia-Romagna, infatti, intende formare ed abilitare nuovi “Coadiutori per il controllo di
Colombaccio, Piccione e Storno” e i Coadiutori già precedentemente abilitati al prelievo del Piccione sono
automaticamente abilitati anche come Coadiutori per il controllo della specie Colombaccio;
secondo quanto previsto dall’articolo 18 della L. 157/1992 la specie “colombaccio” è considerata cacciabile
dalla terza domenica di settembre sino al 31 gennaio di ogni anno con possibilità di anticipo al 1° settembre
e prolungamento al 10 febbraio;
invece secondo quanto previsto dal Piano in ambiente rurale e in prossimità di fabbricati rurali ad uso
agricolo, il controllo va attuato, anche in sinergia con gli interventi a carico della specie colombo o piccione a
partire dal 1° aprile, ossia in piena fase di nidificazione;
a parere dell’interrogante il lieve impatto del colombaccio, che viene erroneamente unificato con il colombo
domestico, non giustifica la delibera regionale che rischia di mettere a repentaglio il capitale riproduttivo dei
colombacci in Emilia-Romagna con evidente ripercussione negativa su altri areali; tutti dovrebbero sapere
che il colombaccio è un migratore e che i soggetti sedentari sono fortemente incrementati dai migratori che
arrivano a riprodursi durante i mesi di marzo e aprile, per poi ripartire in autunno;
se siano a conoscenza della delibera della Regione Emilia-Romagna e quali iniziative, ognuno di competenza,
intendano adottare affinché sia rispettato l’arco temporale massimo, indicato dal comma 1 dell’art. 18 della
legge 157/1992 per l’esercizio venatorio della specie colombaccio, e venga tutelata questa importante risorsa
faunistica durante il periodo della riproduzione.

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