RASSEGNA REVIEWs – Luglio 2024

Categorie: The Magazine

“Tutte le Review che presentiamo si attengono al pieno rispetto del Copyright di Autori-Editori con il solo intento di potenziare il valore scientifico (anche con estratti e traduzioni di Abstracts) con specifiche attribuzioni alle singole Review come qui specificato.

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RASSEGNA REVIEWs – Luglio 2024

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  • 1st REVIEW – 25 May 2024

 Autors:  Jackson Kusack – Enrico Cavina – Vasco Feligetti – Keith A. Hobson.

Statistical survey on the “origins” of the common wood pigeon during the transit-migration of autumn 2021 in Italy: 550 birds examined by the stable hydrogen isotope in the plumage – PRELIMINARY REPORT – IJWR –Vol.2023 – 21 June 2023.

Il primo riferimento di analisi sul tema specifico è in dettaglio a:

https://journal.ilcolombaccio.it/aaa-hobson-may-2024-isotopes-research-on-the-origins-of-woodpigeons-crossing-italian-peninsula-in-autumn-updating-discussion-on-aggressive-criticism-and-true-evidence-based-result/

Qui sono state esposte le motivazioni della Ricerca “Progetto Hobson” e relativa realizzazione.

Quanto sopra può essere considerato esaustivo in termini di Review dato che la brevità dell’articolo induce ad una lettura completa del medesimo Preliminary Report:

https://journal.ilcolombaccio.it/statistical-survey-on-the-origins-of-the-common-wood-pigeon-during-the-transit-migration-of-autumn-2021-in-italy/

 

  • 2nd REVIEW – 26 May 2024

Author: ANDERS HERLAND

RELATIONSHIP BETWEEN FLOCKING, DIET AND MORPHOLOGY IN WOODPIGEONS (COLUMBA PALUMBUS) DURING EARLY AUTUMN IN SOUTH-EASTERN NORWAY

a Master Thesis at Norwegian University of Life Science 2007

full Text available putting the title on Google Search: https://static02.nmbu.no/mina/studier/moppgaver/2007-Herland.pdf

 

Questo corposo e documentato Lavoro affronta il tema delle relazioni esistenti tra morfologia, stato corporeo, muta e comportamento alimentare e dinamiche di volo (entità e movimentazione dei branchi) nella fase stagionale pre-migratoria. L’indagine è condotta in varie comparazioni su capi abbattuti.

Il tema è certamente complesso per logica analitica e del tutto originale per tipologia di Ricerca.

Riportando elementi di analisi dal corposo sviluppo di argomentazioni e di analisi statistiche qui di seguito offriamo prima lettura delle Conclusioni ed a seguire dettagli inclusi nell’Abstract

“Le risultanti più importanti sono state che la prima muta dei giovani colombacci dipendeva dalla loro massa corporea. All’aumentare del peso netto aumentava la probabilità che un colombaccio avesse mangiato. Inoltre, la percentuale di colombacci che avevano mangiato dipendeva dal fatto che viaggiassero da soli, in coppia o in stormo. I Colombacci non mangiavano diversi tipi di raccolto a seconda della disponibilità del raccolto, ma piuttosto mangiavano raccolti diversi a seconda delle condizioni corporee e della quantità di cibo che avevano mangiato in quel momento rispetto a quanto fosse preferito il raccolto in questione. Ulteriori studi dovrebbero esaminare quanto tempo i colombacci sono disposti a volare per raggiungere una fonte di cibo preferita, come le condizioni influenzano la distanza del volo e indagare perché solo la metà dei colombacci che volano in stormi hanno mangiato. Se queste sono le conclusioni queste derivano da altre argomentazioni complesse presenti nell’Abstract”

La dieta del colombaccio (Columba palumbus) in Norvegia non è stata sinora esaminata a fondo, inoltre le preferenze colturali dei colombacci selvatici in combinazione con il comportamento del branco non sono state sufficientemente studiate. Qui è stato studiato il comportamento dello stormo, la dieta, le preferenze colturali e i caratteri morfologici dei colombacci durante la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno nella Norvegia sud orientale, sulla base di un totale di 121 colombacci abbattuti. Solo la metà dei colombacci in stormo avevano mangiato, rispetto a quattro su cinque di quei colombacci che volavano in coppia nel momento in cui sono stati uccisi. Le risultanze scoperte indicano che i colombacci devono acquisire un certo peso corporeo prima di fare la prima muta e ottenere la fascia bianca sul collo. Di 82 colombacci che avevano uno o più residui alimentari nel gozzo, 72 sono stati esaminati in dettaglio. L’alimento trovato più frequentemente era il grano. I piselli erano i più preferiti in proporzione alla disponibilità e l’avena la meno preferita. Dei colombacci uccisi sui campi di piselli, di grano o di orzo; quelli abbattuti sui campi di piselli avevano il peso medio secco più alto di foraggio mangiato, quelli abbattuti sui campi di grano avevano la quota più alta di colombacci che avevano mangiato, mentre i colombacci abbattuti sui campi d’orzo avevano sia il peso medio secco minimo di foraggio mangiato che la porzione più bassa di colombacci che aveva mangiato, rispettivamente. La probabilità che un colombaccio avesse mangiato quando è stato colpito aumentava con il suo peso netto. (in proporzione al peso)

La lettura completa e non facile del Testo (43 pagine) può fornire ulteriori elementi di approfondimento.

Flocking alimentare – Centro Italia – Giugno 2024 – Foto: Tommaso Lipparelli

Da notare la presenza della “vedetta” (sx)

– Piana Fiorentina –

 

 

  • 3rd REVIEW – 2024

 

Author: N. W. Cooper et al.

«Atmospheric pressure predicts probability of departure for migratory songbirds»

Movement Ecology, vol. 11, fasc. 1, p. 23, mag. 2023, doi: 10.1186/s40462-022-00356-

 

Questo importante Lavoro si rappresenta (2023) come una “pietra miliare” nelle ricerche inerenti l’Organo Paratimpanico di Vitali o cd “barometro-altimetro biologico” del quale ci siamo occupati a partire dal 2014 evidenziando a non accettabile carenza di approfondimenti scientifici multidisciplinari come da noi evidenziato in letteratura internazionale (Cavina, E. (2021). The “Organ of fight”: Paratympanic Organ (PTO) of Vitali in Wild Birds as Biological Barometer-Altimeter.” Academia Letters, Article 1613. https://doi.org/10.20935/AL1613.) dove abbiamo riportato tutta la Bibliografia che di fatto denuncia una incredibile mancanza d’impegno scientifico per un organo che funziona ogni giorno in miliardi di “esseri animali”. Il nostro contributo di conoscenza partì dalla osservazione in natura /2014) degli involi di massa da stop-over simultanei per centinaia di migliaia di Colombacci (Columba palumbus) 12-24 ore dopo forte innalzamento della Pressione Atmosferica. Sulla base di queste osservazioni annuali si elaborò un metodo di “Previsione” (innalzamenti previsti di P.A.) che è risultato sempre attendibile come nella ineccepibile documentazione visiva (video) riportata in:

Bianchi Denis, Cavina Enrico, Feligetti Vasco**, Lipparelli Tommaso (2023). “Woodpigeon’s (Columba palumbus) autumn migration: biological barometer (PTO) and mass-take-offs” Images-evidence-based “ document-  IJWR dec.2023 – https://journal.ilcolombaccio.it/woodpigeons-migration-take-offs-italy-2017-2023-by-denis-bianchi/

Ed eccoci finalmente (2023) al Lavoro di N.W.Cooper e coll. (Movement Ecology, vol. 11, fasc. 1, p. 23,) basato sul monitoraggio satellitare della migrazione di 4 Specie di Uccelli canori in Nord America e correlazioni con “fattori abiotici” (temperatura, vento, P.A., precipitazioni, copertura nuvolosa). Secondo gli Autori “le specie hanno sviluppato adattamenti comportamentali per rispondere alle condizioni meteorologiche in 5 siti di riproduzione e di svernamento. Da tempo si ipotizza che le condizioni meteorologiche influenzino i tempi e l’intensità della migrazione degli uccelli, e gli studi radar hanno dimostrato forti correlazioni tra condizioni meteorologiche e modelli di migrazione su larga scala. Resta incerto il modo in cui le condizioni meteorologiche influenzano le decisioni individuali sull’avvio dei voli migratori, in particolare all’inizio della migrazione”

Il metodo di Ricerca sul campo si è sviluppato confrontando i dati raccolti dalla telemetria con i dati meteorologici (fattori abiotoci su esposti). I risultati “evidence based” hanno indotto un focus di analisi sulle modificazioni della P.A. (Pa) rapportati alla tempistica ed intensità migratoria. Questo focus di Ricerca sembra essersi realizzato in completa assenza di considerazione di una capacità sensitiva barometrica in un organo specifico.

Non risulta infatti in Bibliografia alcun riferimento al PTO: se questa può essere considerata una mancanza di ricerca, nello stesso tempo i risultati confermano inequivocabilmente l’esistenza di un eco-sistema organico coinvolto nelle decisioni e comportamenti migratori. Conferma quindi che avviene in assenza di ipotesi anatomo-fisiologiche.

Tutto il Lavoro svoltosi con complessità di metodologia in Telemetria arriva alle conclusioni dopo altrettanto complessa metodologia di analisi statistica:

“I nostri risultati suggeriscono che i singoli uccelli utilizzano attivamente le informazioni meteorologiche per informare il processo decisionale riguardante l’inizio della partenza dai luoghi di riproduzione e di svernamento. La scelta del Titolo del Lavoro esalta la validità del metodo previsionale della Migrazione”

“Atmospheric pressure predicts probability of departure for migratory songbirds” e nello stesso tempo e nello stesso tempo identifica la prevalenza d’importanza (Pressione A atmosferica) di un fattore abiotico determinante nel “decision making” della migrazione nell’avifauna selvatica.

 

Enrico Cavina

 

  • 4th REVIEW – 5th June 2024

 

Creagh W. Breuner e coll. (2013): Environment, behavior and physiology: do birds use barometric pressure to predict storms? – The Journal of Experimental Biology 216, 1982-1990 © 2013

https://journals.biologists.com/Toolbox/DownloadCombinedArticleAndSupplmentPdf?resourceId=11431&multimediaId=1910554&pdfUrl=%2Fcob%2Fcontent_public%2Fjournal%2Fjeb%2F216%2F11%2F10.1242_jeb.081067%2F7%2F1982.pdf

 

Questo Lavoro si focalizza sugli effetti eco-sensitivi e comportamentali decisionali che si verificano quando gli abbassamenti anche repentini della Pressione Atmosferica precedono situazioni tempestose dell’atmosfera e condizioni meteorologiche fortemente perturbate. Quindi focus su abbassamenti della PA, esattamente il contrario delle nostre attenzioni di studio sull’Organo Paratimpanico di Vitali nella percezione di innalzamenti della PA (a) predittivi di calma atmosferica favorevole per decidere involi migratori. Forse per questo contrasto di studio-focus abbiamo colpevolmente sottovalutato l’importanza di questo Lavoro peraltro svolto con sperimentazione su “passeri” in Laboratorio. L’importanza di questo studio si esalta oggi in presenza di eventi estremi sempre più frequenti (cambiamento climatico) e sempre potenziali vulnus per l’avifauna.

Rimandiamo all’Abstract originale: “Forti tempeste possono rappresentare una grave sfida per l’omeostasi della temperatura e dell’energia dei piccoli vertebrati endotermici. Tempeste sono accompagnate da temperature più basse e vento, aumentando il dispendio metabolico e possono inibire il foraggiamento, limitando così apporto energetico. Per evitare questi potenziali problemi, la maggior parte degli endotermi dispone di meccanismi per compensare i rischi energetici posti da esse tempeste. Una possibilità è quella di utilizzare segnali per prevedere le tempeste in arrivo e alterare la fisiologia e il comportamento in modo tale da favorire la sopravvivenza. La pressione barometrica diminuisce in modo prevedibile prima del tempo inclemente, e diversi fattori di prova indicano che gli animali alterano il comportamento in base ai cambiamenti della pressione ambientale. Qui abbiamo esaminato gli effetti del calo della pressione barometrica sulla fisiologia e il comportamento del “passero dalla corona bianca”, Zonotrichia leucophrys. Utilizzando i dati sul campo provenienti da uno studio a lungo termine, noi abbiamo valutato per la prima volta la relazione tra pressione barometrica, tempeste e fisiologia dello stress nei passeri in ambiente naturale selvatico. Abbiamo quindi manipolato sperimentalmente la pressione barometrica in laboratorio e determinato come influisce sul comportamento, sull’assunzione di cibo, sui tassi metabolici e fisiologia dello stress. I dati sul campo hanno mostrato un calo della pressione barometrica nelle 12-24 ore precedenti tempeste di neve, ma non abbiamo trovato alcuna relazione tra pressione barometrica e fisiologia dello stress. Lo studio di laboratorio lo ha dimostrato che il calo della pressione barometrica ha stimolato l’assunzione di cibo, ma non ha avuto alcun effetto sul tasso metabolico o sulla fisiologia dello stress. Questi dati suggeriscono che i passeri possono percepire e rispondere al calo della pressione barometrica, ed ipotizziamo che tale capacità barometrica possa essere comune nei vertebrati selvatici, soprattutto in quelli di piccole dimensioni per i quali le singole tempeste possono rappresentare eventi pericolosi per la vita.”

Va sottolineato come gli Autori hanno integrato le risultanze di ecologia sensitiva con verifica della Bibliografia PTO sviluppando l’argomento specifico nel Testo.

In definitiva questo Lavoro ha evidenziato sperimentalmente l’influenza che i cambiamenti della PA (Pa) possono avere sull’ecosistema sensitivo degli Uccelli (anche selvatici) inclusivo di effetti anche metabolici segnalando anche la scarsa Ricerca sul PTO (Organo Paratimpanico) dopo un secolo dalla sua scoperta (Giovanni Vitali).

 

Enrico Cavina

 

  • 5th REVIEW – 17th June 2024

Benjumea et al. (2024: Weather conditions at different spatial and temporal scales influence avian post-breeding migration patterns on route- Journal of Zoology (2024) – ª 2024 – y. Print ISSN 0952-8369- doi:10.1111/jzo.13178

https://zslpublications.onlinelibrary.wiley.com/doi/pdfdirect/10.1111/jzo.13178

La migrazione svolge un ruolo centrale in molti processi ecologici ed evolutivi. I modelli globali di variazione climatica stanno avendo una profonda influenza sui modelli di migrazione degli animali. Anche se i conteggi regolari delle migrazioni degli uccelli nei siti di strozzatura possono certamente offrire spunti su come le popolazioni naturali di specie diverse a diverse scale rispondono ai cambiamenti delle condizioni meteorologiche, non sono ancora stati ampiamente utilizzati. Analizzando una serie temporale di conteggi regolari, raccolti durante l’autunno, di 126 specie che migrano durante il giorno attraverso uno dei più importanti colli di bottiglia migratori nell’Europa occidentale (Pirenei Occ.) gli Autori hanno  scoperto che un aumento della temperatura su scala regionale, così come una diminuzione del livello di precipitazioni durante il periodo riproduttivo, possono comportare non solo una diminuzione del tasso di migrazione durante l’autunno, ma anche un ritardo nella tempistica della migrazione autunnale. Inoltre, le condizioni meteorologiche avverse su scala locale hanno interrotto la migrazione degli uccelli attraverso il collo di bottiglia fino al ritorno di condizioni meteorologiche favorevoli. È importante notare che la variazione temporale nel numero di uccelli migratori ha seguito un andamento non lineare, cosa che potrebbe essere in parte dovuta alle risposte idiosincratiche delle specie migratorie con diverse caratteristiche del ciclo vitale ai cambiamenti delle condizioni meteorologiche. I presenti risultati evidenziano che la migrazione è un processo non lineare, multiscala e multiforme, il che suggerisce che sarà difficile prevedere le risposte delle specie migratorie idiosincratiche agli imprevedibili effetti dei cambiamenti climatici

Nelle comclusioni gli Autori affermano che i risultati ottenuti rappresentano un’altra prova che lo dimostrano che la migrazione è un processo non lineare, multiscala e sfaccettato

(Stenseth et al., 2002) e che quindi possiamo aspettarci che accadano variazioni in modi imprevedibili (Chapman et al., 2014; Popeet al., 2013).

Considerati gli effetti multidimensionali del clima cambiare i processi e i modelli ecologici, è difficile prevedere la risposta delle specie migratorie agli imprevedibili effetti del cambiamento climatico. Solo con studi a lungo termine lo potremo essere in grado di aumentare la nostra comprensione di tali risposte.

(estratto da versione originale – con l’accesso alla pubblicazione originale si possono controllare mappe e tabelle)

 

Enrico Cavina

 

  • 6th REVIEW – 5th June 2024

V.Caballero-Lopez and S. Bensch (2024):  The regulatory basis of migratory behaviour in birds: different paths to similar outcomes- (June 2024) Journal of Avian Biology DOI: 10.1111/jav.03238

https://www.researchgate.net/publication/381323779_The_regulatory_basis_of_migratory_behaviour_in_birds_different_paths_to_similar_outcomes

(ESTRATTO in traduzione Abstract originale. l’argomento è complesso poiché affronta la genetica della Migrazione)

 

La migrazione degli animali è un fenomeno affascinante che ha lasciato perplessa l’umanità sin dai tempi dell’antica Grecia. È un processo diffuso in una vasta gamma di Specie degli uccelli che, a causa della loro mobilità, mostrano una sorprendente diversità di percorsi e strategie. Con i progressi nei dispositivi di localizzazione e i miglioramenti delle tecnologie di sequenziamento, il lavoro recente fornisce supporto per una forte influenza genetica di diversi tratti migratori tra specie diverse. Tuttavia, c’è poca o nessuna prova di un meccanismo comune basato su sequenze dietro questo comportamento complesso, né di alcun principio unificante che lo spieghi. Esaminiamo come l’attenzione nella comprensione delle basi genetiche dei tratti migratori dovrebbe essere spostata verso lo studio dei meccanismi di regolazione dell’espressione genica invece del tradizionale approccio del gene candidato. È importante sottolineare che il ruolo dell’espressione genetica come motore sottostante del fenotipo migratorio può risolvere le opinioni opposte e spesso forti secondo cui la migrazione è principalmente sotto l’influenza genetica o ambientale. Sottolineiamo che la ricerca dovrebbe prendere nuove direzioni, sottolineando che probabilmente non esiste una base genetica comune su come viene regolata la migrazione negli uccelli. Qui, gli Autori sostengono l’idea che:

 

1) la migrazione può evolversi così velocemente solo se è un tratto quantitativo con un’ampia variazione permanente;

 

2) i principali motori dell’evoluzione della migrazione sembrano essere diversi meccanismi di regolazione dell’espressione piuttosto che polimorfismi a livello genico;

 

3) le sequenze non codificanti del genoma, l’epigenetica e la variazione strutturale potrebbero essere più importanti di quanto si pensasse in precedenza nel modellare tratti complessi. Inoltre, gli AA presentano diverse ipotesi che delineano come questi meccanismi regolatori che potrebbero funzionare su diverse specie di uccelli definendo determinati movimenti migratori.

 

Enrico Cavina